sorridevo nel dirlo perchè di te avevo da sempre scritto …
Assaporavo i tuoi giorni…le tue notti……
I vicoli silenziosi ,le finestre socchiuse la sera, le piccole case (sembrano delle bomboniere)…i profumi che si respiravano ,il periodo della vendemmia e a Natale erano tipici e indimenticabili. La ninnarella, e la mia presunzione (rido) di suonare ,più volte la tromba di papà ,incuriosita anche dal triangolo, che mi faceva sempre ridere…e poi… il trombone, che lo trovavo vecchio e appesantito e guai a dirlo…(pari mai ,rido)…e allora cedevo alle mie tentazioni con una pianolina mezza scassata e un flauto…
La nebbia, che scendeva puntualmente ,nelle lunghe serate invernali…il camino acceso… i lampioni che primeggiavano nel tuo incanto…e la neve che raramente ci donava sorrisi e gioia…
Il cigolio del tetto di canne …annunciava il fastidioso vento …e la cioccolata calda riscaldava giorni freddi di pioggia e grandine.
Poi … pensavo: ora cos’altro c’è sotto il portone…?
Apri da una parte e ti ritrovi in un’altra…
La botola segreta di tanti palazzi, i nascondigli tra le pietre , che mi servivano (sorrido)per le caramelle che mamma non doveva trovare…
Camminavi …su tappeti, dove erano nascosti ,dei passaggi segreti..sotto.. a tratti ….non era sempre pavimento. I racconti delle nonne, ascoltavo attenta, quando dicevano a (tempu i guerra )e lì avevano detto tanto…e il mio cuore si stringeva più volte..
Osservavo le loro rughe le loro mani come intarsi …le vecchie chiavi di ferro appese .. di varie misure ..i vecchi ferri da stiro … a pensare che si usava il carbone caldo e il gioco era fatto…e poi non mi perdevo nulla di quello che zio Turi aveva…stavo ore ad ascoltarlo.. un museo la sua casa!!!Quante Giarre…di tutte le dimensioni…I caroselli sparsi, i geramidi, quantu geramidi antichi, i quadri e tanto ancora…
I vestiti fatti a dovere dai Sarti o da Donna Sarina …Le scarpe che il calzolaio Michele mi doveva recuperare, perché quelle erano uniche …e lì esaurivo tutti!!!
La passeggiata serale alle bombarde che non mancava mai …per non perdermi la costa e il mio mare, che quasi quasi, sembrava di sentirlo esplode nel petto.
La salita al baglio, che mi riportava lì, i monti…dove la vetta appariva regale ai miei occhi, e i pensieri si posavano più volte sui muri consumati.. e poi ……. la bevuta alla fontanella ..acqua freschissima…(ancora la sento scorrere…com’era fresca e buona)…si prendeva con la bumbulella venivano tutti a prenderla, accompagnati a volte dal panarellu serviva a varie raccolte…le olive in particolar modo…quanti uliveti nelle zone limitrofe….l’oro della vita…
E le uova fresche della Signora Zappia …(eu u dissi sempj ca a gallina è gallina) le campagne di Gerace…regalavano gusto e genuinità…anche se io pensavo e penso , da sempre…Si chiovi acqua avvelenata è…di cosa si potrà mai saziare la terra?
E il resto cosa verrà fuori?
Il suon della campana poco prima delle 9:30 la Domenica… preannunciava la liturgia….
quante messe ..il canonico Gratteri.. con il sacrestano Vincenzo …Totò all’organo… la mia voce ed era fatta..
Le serate con le suore.. le castagnole buoneeeee… che solo le suore sapevano preparare così buone… La prima Ave Maria cantata con la chitarra… gli appuntamenti al Sant’Anna con don Barbaro …le prove di canto con Franco Stefanelli…e i carnevali un pò estrosi con Attilio Spanò ed altri …la caccia al tesoro…quante …
La partita a tennis.. che amavo di tanto in tanto fare.. e tassativamente a piedi scendevo al borgo da Santa Lucia ..per non perdermi visioni uniche …camminare respirare.. guardare… pensare…..e volare!
Mi aiutava quel cammino…sembrava una sorta di terapia …anche quando andavo a scuola scendevo da lì…
A parte le scuole Elementari.. il baglio… il vento… la discesa..
Piccolina e mingherlina scivolai più volte rotolando tutta un pezzo, ritrovandomi all’entrata della Cattedrale come un batuffolo di cotone…un ridere… Ma che male…!!!
Il tramonto e la recita del S. Rosario.. la signorina Trombì e i suoi insegnamenti nell’arte del ricamo.. il mio piccolo tiraletto conservato ancora….l’uncinetto con mamma…e i maglioni di lana fatti ai ferri…che mi premuravo di farmi con le tonalità più belle dove l’azzurro primeggiava…
L’estate appesantita dal troppo frastuono…che non dava tregua neanche la notte…
Gli amici nelle loro chiuse botteghe tentavano un approccio con i loro dipinti ….con i loro lavori artigianali anche ..
La signora Pina con il suo telaio mi regalava un ‘altra visione antica e apprezzata da pochi .
La creta tra le mie mani più volte…e la corsa e la curiosità di apprendere e capire …le mani abili del Prof. Scoleri nel lavorarla.. che mi lasciava sempre con una voglia di continuare di cercare… di guardare …di pensare…ecco di pensare…
Persa nel tuo splendore mi ritrovavo più volte…avvolta da tante maestose e umili (nello stesso tempo) strutture architettoniche…Tu !
La primavera arrivò come suo solito…a far spuntare i primi papaveri rossi al baglio…l’estate si avvicinava.. ma io cercavo sempre le mie lunghi notti con te ..per capire ..per capirmi ..per esprimermi.. per cercare…
e così leggevo. leggevo e scrivevo.. dipingevo e …bruciavo…
.La luce se nè andò più volte nelle lunghe e fredde notti d’inverno dove la mia pelle si nutriva anche di musica ….ma la candela sul camino resisteva e faceva luce…seppur luce non c’era…bastava!
Ti guardo e ti vivo sempre … e nel profondo penso e mi domando come allora …chissà dov’è nascosto il tesoro tuo più grande ?
Sicuro l’uomo non si accorge di averlo tra le sue mani e con gli occhi più volte di averlo guardato…
Scriverò di te….ancora dico…e ancora sorrido nel pensare …che di te ho sempre scritto o mia Gerace…
(forse continua)…adios..e naturalmente ondaaaaaaaa
Notizie storiche e non solo sul sitohttp://www.comune.gerace.rc.it/
Significato di alcuni termini dialettali:
bumbulella… anfora per l’acqua
panarellu..paniere