Un lettore cavilloso potrebbe giungere a conclusioni ortodosse affermando: ci sono imperfezioni di stampa e/o di ortografia; un lettore cosciente e preparato, al contrario, consapevole della maestosità della lingua italiana con tutte le sue variabili vedrebbe, invece, una proprietà di linguaggio e una capacità di uso delle strutture linguistiche per dare al top il legame tra significante e significato. Una ricercatezza fine del verso che, da un ermetismo composito, porterebbe alla esplicazione del senso/significato nelle sue forme più alteLEGGENDO i 4 COLORI di “PAUSE D’INCHIOSTRO” “PROFILI NELLA NOTTE” di M. ELEONORA ZANGARA Quando la Sibilla profetava, nessun occhio umano profanava l’antro delle profezie… e tutto si avverava a detta degli oracoli. L’atavico e ancestrale timore dell’uomo lo ha spinto sempre a privilegiare le risposte chiarificatrici che la Natura dava ad ogni avvenimento che accadeva. Non tutti gli uomini però percepivano allo stesso modo; mentre alcuni accettavano a scatola chiusa, altri erano capaci di interpretare i segni per offrire lumi. La Nostra è tra questi ultimi; tra coloro i quali sono stati agevolati nel capire di più per dare a chi ne ha di meno, utilizzando una forma tra le più comunicative per esprimere sentimenti e stati d’animo! Il suo sguardo sibillino si ripropone in ogni immagine che, sembra ripetuta ma, è diversa l’una dall’altra. Esso è lontano, sfuggevole … ma solo perché vede lontano, penetra l’immensità dell’Universo alla scoperta di quegli atomi di creatività e sapienza che si perdono nella notte dei tempi, ma segnano costantemente l’agire dell’uomo. Maria li scopre, li riporta al contingente e li offre al lettore moderno il quale scopre il profondo contenuto/significato che in essi è racchiuso e che costituisce l’essenza della vita giornaliera ed eterna dell’homo sapiens. Nelle immagini ella è visibile sempre in penombra ma dimostra una profonda tendenza alla ricerca della luce … che si gusta varia e variegata in quegli insiemi di colori che animano il creato. Dall’angolo buio che ricopre ogni dove, con più forza Maria Eleonora ammira ed esalta i colori. Ella ha saputo cogliere nel profondo questa esplosione del bello e ha saputo far implementare gli stessi colori combinandoli con la parola che è diventata poesia, … La Poesia! Il rosso = che corrisponde al sangue, alla vita, alla vitalità = richiama il … … giallo = esso è il simbolo dei raggi solari che si perdono nel chiarore del giorno che si = tinge di … blu = che corrisponde ad un altro colore figurativo della bellezza del cielo e della terra nel progredirsi del giorno = per giungere al … … bianco/nero = due opposti ma che stanno bene insieme donando ognuno un significato specifico alle situazioni contingenti senza alternativa alcuna di mediazione o dubbio =. Simboli della bellezza della natura rispecchiano l’intensità del creato riproponendosi nelle azioni concrete della Sacra Liturgia. Colori primari che si snodano nel perpetuo altalenare degli elementi di natura e che portano all’incremento di se stessi nel combinarsi tra di loro per beatificare la semplicità e grandezza del creato. Le “pause d’inchiostro” ricollegandosi a tali simboli incidono, nell’anima di ognuno, quel segno indelebile di aver vissuto e poter condividere il contenuto implicito delle emozioni. Esse si presentano quali perle di sapienza imperscrutabili ma che si configurano pienamente al pensiero di ogni lettore. La profonda cultura della Nostra penetra dall’intimo i sentimenti di ognuno e unisce alla brevità degli HAIKU della saggezza giapponese, l’elevato concetto delle massime di Oscar Wilde, come ho già avuto modo di affermare precedentemente. La parola presenta non solo la “musicalità” della musica quanto la “creatività” del pennello che segna sulla tela tracciati variegati animanti l’immagine che emerge dall’azione dell’autore: “…la verità immersa tra i colori cammina ad occhi chiusi si posa sulla tela cercando un’armonia irreale …”. Non dimentichiamo che la Nostra è artista a tutto spiano ed usa indifferentemente penna e pennello quali appendici alla sua mente librata all’esteriorizzazione del vero per avvicinare l’uomo a Dio. Quante verità profferite! “… se decidi di amare una donna … Amala dentro la luce dei suoi occhi …” ma quasi sempre rimangono illusioni perché soggiogate dal correre dell’uomo nell’eterno rincorrersi dei moti di rotazione e di rivoluzione degli elementi del cosmo infinito. Se degli elementi tutti Ella prende spunto per paragonare i suoi sentimenti alla durezza (terra), violenza (aria), distruzione (fuoco) che essi presentano impliciti nel loro status, una nota di prevalenza Ella la dà alla malleabilità (acqua) che utilizza, invece, come elemento purificatore e rigeneratore dello status creativo implicito nella vitalità del globo. Leggendo le sillogi, prima di entrare in questo tormentoso pensiero ti adaggi, spesso, nella pacata calma della Pioggia nel Pineto di d’annunziana memoria; “… Piove su queste mie mani tinte di Primavera…”, “… Piove su Quest’immense pagine strade deserte e lucide…”; per giungere alfin ad accettare dal di dentro il tormento interiore: “… assorbono i miei occhi nell’infinito naufragare …”, così come lo accettò il Leopardi nella chiusura della sua “Infinito: e naufragar m’è dolce in questo mare”. Dalla pacata calma del chiuso casalingo si giunge al travolgente impeto del mare, dell’onda turbinosa, un perpetuo moto mai frenabile; azioni che la fanno da padrone su quasi tutte le sillogi, proprio perché è come un simbiotico riversare di sé sulle cose, L’animo della Nostra è sempre in movimento, scruta ogni più remoto angolo della terra e della vita di ognuno piegandosi, curvandosi, modellandosi alle varie espressioni che sono parte integrante dell’esistenza. Nessun paragone calza più a modo “dell’onda” che è espressione propria ma che corrisponde, infatti, al perenne motus che il mare è portato a vivere per sua natura. L’onda che si piega, si curva, si inarca, si modella al tempo atmosferico per scomparire tra le stesse sue crespe, appiattirsi e rivestirsi, poi, di quella calma piatta che è l’alfa e l’omega del tormentoso evolversi del salmastro liquido. Maria Eleonora dimostra negli occhi e con gli occhi questa sua esuberanza plasmata al contingente per dare, con pochi termini, l’ensemble dei valori dei poeti, pittori e musici di cui ella è precisa e degna rappresentante. La delicatezza con cui accenna agli elementi naturali ingentilisce i lemma; “ … la foglia … un petalo… una rosa …; nel leggere ti sembra di avere tra le mani qualcosa di etereo, impalpabile ma sublime che guida all’intenerimento delle fibre cardiache intessute di tenerezza e sentimenti che fanno meditare sulle brutture che l’uomo si crea costantemente. Questa dolcezza di linguaggio, anche se unita ad una imperiosità affermativa, diviene una costante nella poetica della Nostra che si completa nell’alto e profondo concetto che ha della donna, e la considerazione dell’importanza che, un essere così delicato, presenta nel turbinio della vita (specie) odierna. Nella veste tipografica, si notano pure delle novità che non sminuiscono, anzi accrescono il valore fonico dei lemma. La mancanza dell’apostrofo di elisione delle parole, più che creare la pausa dissonantica della lettura, corrobora la forma onomatopeica del significato col significante e fa pensare …, ti spinge all’ attenta ricerca dell’espressione grammaticale e ortografica. Si esprime, così perfettamente, la capacità di saper utilizzare la lingua italiana in tutte le sue variabili, di essere pienamente padroni dello strumento comunicativo linguistico che è la vera espressione di quel popolo che vive … “ là dove il bel sì suona”, per offrire il meglio che esso può dare nell’esplicitare il pensiero proprio e altrui. Un lettore cavilloso potrebbe giungere a conclusioni ortodosse affermando: ci sono imperfezioni di stampa e/o di ortografia; un lettore cosciente e preparato, al contrario, consapevole della maestosità della lingua italiana con tutte le sue variabili vedrebbe, invece, una proprietà di linguaggio e una capacità di uso delle strutture linguistiche per dare al top il legame tra significante e significato. Una ricercatezza fine del verso che, da un ermetismo composito, porterebbe alla esplicazione del senso/significato nelle sue forme più alte. Anche le prime pagine di ogni silloge, pur essendo uguali nello scritto si presentano differenti nella luce che il colore dà ad esse sotto l’egida della varietà che li distingue. Nel leggere le pagine finali del Bianco e Nero dove quasi si osanna il bicchiere colmo nel PROSIT conclusivo si tenderebbe a venalizzare e materializzare la poesia della Nostra. Questi spunti, invece, sono di osanna alla grandezza del creato che si ripropone con quel qualcosa di “di-vino” che parte dall’esaltazione di una routinaria azione umana per concludersi nella preghiera quotidiana che il poeta e l’artista, in genere elevano al Sommo creatore dell’esistere: Dio nostro Signore, per aver dato loro quel carisma comunicativo che funge da trait-d’union tra il fugace, fuggevole e l’infinito che si propende per l’eternità. .
Delianuova 13 settembre 2012 Italiano Saverio