La foto è recente e mette in evidenza, con l’impalcatura visibile, interventi di restauro esattamente sulla chiesetta annessa. Il convento è agibile e in uso, quello che volevo evidenziare è il contesto ambientale in cui è inserito. Onore e merito per aver recuperato la struttura e per i lavori che daranno alla chiesetta la possibilità di essere nuovamente aperta al pubblico. Il primo impatto visivo lo ebbi nel 2007 percorrendo la strada che collega Pedace con Pietrafitta. L’immagine colpisce a distanza perchè riporta alla memoria strutture architettoniche dal sapore nordico, costruite sulla roccia, circondate dal bosco che conferisce una cornice dalle sfumature cangianti, in base alla stagione. 
Nel particolare del campanile la montagna innevata è il dato più corretto che si può constatare nel mese di Gennaio. Il luogo trasuda spiritualità però le circostanze non fanno più ritrovare in quel luogo monaci. Gli viene conferita una valenza laica; non ho partecipato ad un evento specifico ma si legge, anche su Internet, che l’utilizzo è variegato. Sono perplessa, posso solo augurarmi che, qualunque sia l’evento, vada ad inserirsi tenendo conto del contesto ambientale. E’ un luogo speciale, i residenti ne sono consapevoli. Se non avessi percorso quella strada non me ne avrebbe parlato nessuno perché ho capito che il silenzio serve a non pubblicizzare le cose a cui ci teniamo di più altrimenti vengono inflazionate e perdono il loro valore. Sarà così o è solo una visione contorta del bello? Per chi, come me, “scopre luoghi” ben noti a chi è del posto e a coloro che si occupano per mestiere di tutelare il bello presente sul territorio calabrese dico che è necessario “cantare i luoghi” con voce intonata e squillante per ribadire che la bellezza è presente e genera sentimenti di emulazione. Nutriamoci tutti del bello e del buono sparso in ogni angolo di questo magnifico terrirtorio che attende solo di essere osservato con “altri occhi”!
Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)