Le buone letture aiutano a capire, a conoscere,… succede però che non sempre possono essere aggiornate e solo nello scambio verbale riesci ad avere delle utili informazioni. Trovandomi a Canolo per scelta, vengo informata sulle novità della piccola comunità. Ascolto con attenzione e appena posso vado a vedere dove si trova ubicato il negozio indicatomi. Anni Ottanta, 2014, voglio guardare ciò che è diverso dal mio ricordo adolescenziale, non cerco un approccio nostalgico. Ho poco denaro in contanti e cerco di capire cosa posso portare a casa di caratteristico. Entro nel negozio e mi fermo per circa trenta minuti perchè c’è molto da osservare. 
Il proprietario mi conferma che i prodotti di punta vengono esportati sia in provincia che fuori; noto la presenza di una targa e scopro che recentemente, a Santa Severina, l’Azienda vince l’Oscar Green 2014 per la categoria “Campagna Amica”. Mi racconta della produzione della “nduja”, molto gentilmente mi permette di assaggiare una fetta di speck, compro lo stracchino caprino, faccio alcune foto con il suo permesso, due sono quelle utilizzate in questa nota. Riscontro, nel dialogo, un volto fiducioso, sereno, lieto e orgoglioso del lavoro che viene portato avanti con un gruppo di persone che ruotano attorno all’azienda, prevalentemente giovani del luogo, tutto agganciato alla storia, un lavoro sviluppato con grande spirito di sacrificio e orgoglio di appartenenza ad un territorio che viene amato con i fatti. Esco consapevole che per certi argomenti è importante constatare, verificare, le cose di persone, esempio: un gradito omaggio, utile per la comparazione con le patate silane, sono quelle prodotte dalla loro azienda, terra di montagna, terra aspromontana, una volta fritte a casa, gustandole, non posso che dare ragione al produttore, ovvero un gusto a pari merito con le più note “sorelle silane”! Gli argomenti che ruotano attorno a questa azienda sono veramente tanti e su Internet già “viaggiano” informazioni più dettagliate a riguardo; il mio raccontare è pura constatazione da calabrese golosa, che vuole capire cosa mangia e che per onestà intellettuale vorrebbe che ogni imprenditore, piccolo o grande che sia, in Calabria, ricevesse almeno una onorificenza simbolica quale attestazione di doveroso sostegno morale. Paradossalmente oggi alle difficoltà economiche si sommano quelle legate all’indifferenza, all’isolamento, quasi a voler “smorzare” quella fiducia, quella speranza che l’intelligenza intraprendente calabrese ben possiede, spesso manifesta e a pieno regime al di fuori del territorio calabro.
Comprendo che dietro questa azienda c’è quella Calabria che pianta i piedi per terra e decide di lavorare con chiarezza di idee, valorizzando il prodotto attraverso la qualità e la cura delle materie prime. Non sono certamente gli unici (e meno male); io ho avuto il piacere di aver visitato il negozio, di aver provato alcuni prodotti e di aver potuto dialogare per comprendere meglio quanta storia buona c’è ancora, nel 2014, in questa piccola penisola che è la Calabria.
Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)