Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Longobucco

La foto non è recente ma venne comunque scattata  durante un viaggio “casuale”, quando ancora c’era l’opportunità di percorrere strade “nuove”, a noi sconosciute. Dopo un percorso che ci sembrò particolare da tipica strada di montagna, che ci portò in cima, scendemmo fino ad incontrare i tetti visibili nella foto. Si presentava a noi Longobucco, cittadina storica e nota sulle guide turistiche prevalentemente per i suoi tessuti.             La mia cartolina porta la scritta: “Da una cittadina ricca di tradizione, storia, arte, un caro saluto accompagnato da un sottile filo “d’angoscia” per ciò che ho provato osservando la montagna che “incornicia” le case”. Il turista ha motivo di varcare l’ingresso perché entra in luogo ricco di contenuti che diventano tangibili già entrando nello spazio che racconta la storia di una nobile impresa familiare legata ai tessuti, la famiglia Mario Celestino che ha consegnato alla storia del Novecento Calabrese tessuti, filati fuori dall’ordinario, legati alla Natura, con trame e orditi che raccontano la pazienza certosina di tante donne che hanno contribuito a fare la storia di Regione… Non ebbi l’occasione di entrare nella Chiesa Matrice e mi limitai a fotografare un dettaglio (come si vede nella foto). Solo dopo ho scoperto che viene conservata al suo interno un’importante opera: la “Madonnina dei Carbonai”, di arte germanica tra il XV e XVI sec., in legno intagliato, dipinto e dorato a foglia con decorazioni in pastiglia e lacche, le cui misure, cm 50×35, giustificano il vezzeggiativo Madonnina. I dati trascritti li leggo nel testo già citato in altre occasioni: SCULTURE IN LEGNO IN CALABRIA – DAL MEDIOEVO AL SETTECENTO- paparoedizioni, catalogo curato da Pierluigi Leone De Castris in occasione della mostra organizzata ad Altomonte, nel Museo Civico, nel 2009, sempre sotto la supervisione della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici della Calabria. Augurando a me stessa di poter ritornare per vedere da vicino l’opera, leggo ancora nel testo tante informazioni importanti, estrapolo alcune di natura tecnica: “… è realizzata in legno di tiglio, ricavando le figure con un taglio netto e preciso, sul quale è steso lo strato preparatorio composto da gesso bianco, colla animale e completato dal bolo, utilizzato nella tonalità rossiccia per dare base e lucentezza alla foglia d’oro e quella d’argento“… continua e, invitando alla lettura del testo per ulteriori approfondimenti, comprendo come sia riduttivo “etichettare” un  luogo per quella o per quell’altra peculiarità. La Sila ha significato cultura, progresso, economia florida nel cuore del Novecento, quando Longobucco registrava 8000 residenti. Uomo e Territorio: devono camminare insieme, non possono essere percorsi divergenti, dobbiamo capire che non è tanto interagire con il mondo che ci rende evoluti ma sapere che una capacità, una risorsa umana e ambientale aspetta di essere capita e valorizzata perché, pur apprezzando, se non produce denaro quel talento sarà sotterrato per sempre, cercando la “famosa scrivania” con paga mensile al seguito.  Ci hanno fatto credere che la “manualità” calabrese fosse “inutile” perchè incapace di entrare nel sistema economico Nazionale ed Internazionale, ci stiamo impoverendo principalmente perché non desideriamo trasmettere passione per la vita, si rischia di rimanerne delusi, tutto deve trasformarsi in denaro altrimenti è inutile! Non c’è la visione del benessere e della gratifica intellettuale perché è nascosta dal materialismo. Senza additare alcuno, lotto per non perdere quelle poche certezze sperimentate che ancora mi aiutano a combattere e a restare sul territorio, senza precludermi il desiderio di affacciarmi dalla finestra per osservare il mondo globalizzato che incalza e prosegue la sua strada!

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)