Mi piace la poesia fotografica delle nozze perché ci ritrae con serenità di volto portando il ricordo su altra dimensione, dando luce alla parte migliore, idealizza l’evento e lo consegna alla storia nella sua purezza. In quel volto l’essenza di una donna che ha raccontato il rapporto zia /nipote e la scuola, in tante occasioni, mettendo in evidenza il grande rispetto e amore verso la zia, un modello di riferimento che ammirava per l’abnegazione, lo spirito di sacrificio, la capacità ideativa e l’indiscutibile leadership nell’organizzare tanti momenti aggregativi che avevano un valore sociologico e culturale di notevole spessore per la piccola comunità d’appartenenza. I talenti della nipote avevano altrettanto peso e valore e nell’accogliere il passaggio del testimone nell’ambito scolastico, cercò di fare tesoro del grande esempio osservato dalla zia Teresa. Amore per la letteratura, il latino, per le arti, dalla musica alla pittura alla poesia, la recitazione, l’uso della lingua italiana nella sua forma retorica, usando aggettivi qualificativi per incoraggiare e sostenere l’apprendimento, la proposta del dialetto come cultura e conoscenza; una donna che, pur conoscendo i suoi limiti, ha sempre cercato, nel suo lavoro, di accogliere e ascoltare i bisogni. La sua assenza non ci rattrista perché ha saputo lasciare delle tracce di bene in tanti bambini, oggi ragazzi, giovani, adulti, che nell’incontro hanno potuto giovare delle parole di sostegno, stimolo, incoraggiamento che solo i maestri della scuola “elementare”, sanno dare. Luciana Vita