La foto ha già tredici anni circa, la circostanza che mi portò in quel luogo è legata ad un matrimonio che sarebbe stato celebrato nella chiesetta in cima, il noto “Santuario di Santa Maria dell’Isola”.
Tropea: cittadina nota in Calabria e nel mondo per la sua bellezza complessiva, a cominciare dal mare, dire Tropea equivale a nominare un punto d’eccellenza del turismo calabrese. Da cosa siamo attratti? Dalla fama che ruota attorno al nome? Dire Tropea equivale a scegliere un posto “IN” e allora quali sarebbero i posti “OUT”?
La bellezza nasce da più fattori e certamente il primo è quello naturale attorno al quale l’uomo “avveduto” ha saputo costruire rispettando ciò che vedeva. Fondamentalmente un tempo si aveva la capacità di discernimento nell’intendere cosa andava bene per tutti, cercando di organizzare uno spazio armonico che tenesse conto della grande fortuna che madre natura aveva previsto per quel lembo di terra. Tropea non è la sola ad essere stata baciata dal fato. Mi preme solo sottolineare quanti “regali CELESTI” abbiamo ricevuto e come sia per molti difficile restare sul territorio per goderne tutto l’anno: nonostante i tesori che ci circondano, siamo ancora sempre meno i residenti di questa Benedetta Terra.
Perché i conti non tornano?
Non basta accogliere il turista, è necessario un calabrese stabile che sappia ricevere, nella veste di cittadino italiano soddisfatto e gratificato, non frustrato e mortificato. Si corre il rischio di vedere nell’altro “la gallina da spennare” ora o mai più, cogliere l’attimo, creando i presupposti per non farlo tornare più.
Che dire!
Mai “fare di tutta l’erba un fascio”, ognuno faccia introspezione per capire in che misura riesce a vivere la propria permanenza in maniera soddisfacente e come cerca di offrire ospitalità al pellegrino che già conosce e vuole ritornare o arriva per la prima volta in un territorio che ancora riesce a sorprendere per le sue bellezze naturali.
Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)