Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Donne e Ceramica… conoscenze dirette

1658314_270862299746800_853922158_o copiaUna delle prime cose di cui ho memoria (nella mia fanciullezza), é l’esperienza di “impasto” della “terra rossa” in campagna, nelle colline tra Locri e Gerace, con i cugini, d’estate. Non capivo il senso artistico della terra “plastica”, il nostro obiettivo si concentrava nel simulare le torte facendo della terra il nostro pan di spagna e con fiori, semi, rametti, sassolini…. le decorazioni. Crescendo mi dissero che la plastilina prima, il das poi, potevano diventare materia malleabile per “giocare” realizzando qualcosa. Rimase sempre una latente frustrazione, anche durante il liceo Artistico: pur usando la creta non era possibile sperimentare il passaggio successivo ovvero la trasformazione attraverso il forno adatto per superare i 900 gradi e vedere così la modellazione trasformarsi in terracotta. Non fu il percorso scolastico a farmi capire, furono sostanzialmente esperienze in ambiti associativi partendo dalla valenza ludica, quasi terapeutica della ceramica, alla scoperta di quella dimensione arcaica che vedeva le donne modellare le prime ciotole per la conservazione ed il consumo dei cibi. Devo all’Associazione “La Città del Sole”, di Maria Marchio, unaIMG_9851 copia profonda riconoscenza perchè mantenni la libertà di vivere il momento come divertimento, azzerando la frustrazione precedente, cominciando così a vivere la gioia della trasformazione della materia plasmabile. L’esperienza della ceramica Raku venne vissuta proprio in quel contesto, la foto del pannello è uno dei lavori realizzati sotto la guida di Gianfranco Renzini (1994 – –Associazione “La città del Sole” Arte nei Vicoli – Corso di Ceramica Raku Locri (RC)).

Mi sono dilungata in questo passaggio  per ribadire l’approccio e l’interesse personale per la ceramica da dove parte. Con spirito curioso sono quindi propensa a soffermarmi di fronte al talento che si rende visibile attraverso l’operato Piatto maschera di Sara Ocello. Se scrivo Ceramiche Artigianali Ocello posso affermare di aver conosciuto il prodotto prima in modo virtuale, attraverso i social e poi in modo reale andando a cercare a Locri la persona che da concretezza alle cose. Osservando il suo operato e scambiandoci dei pensieri, emerge questo: la scuola non può aiutare per limiti oggettivi e, nel suo caso, andare a bottega, in tutt’altra regione, ha significato prendere in mano il proprio talento, acquisire le conoscenze tecniche e mettersi in gioco. Le due foto che propongo le scelgo per gusto personale, amo i risvolti antropomorfi e gioisco nel vedere soluzioni tecnicamente impeccabili e originali. La sua produzione è vasta e prevalentemente “pragmatica”, per un uso quotidiano, coniugando funzionalità ed estetica, certo è che la “Maschera” ci appartiene e Sara, da donna che vive la Locride pienamente, è in tema, fa emergere ciò che è prevalentemente istinto. Lei stessa dichiara di essere “libera” nel creare ed io ho trovato splendido il risvolto sensibile presente nelle due proposte fotografiche scelte.

Sara Ocello, Raffaella Caruso (http://www.senocrito.it/postcard/?p=1787), Graziella Cantafio (http://www.senocrito.it/postcard/?p=1693) donne incontrate, conosciute ed apprezzate per la tecnica, l’ingegno, l’umanità…. “conoscenze dirette … al cuore”!

Luciana Vita