Parto alle 7:13 con il pulman delle Ferrovie della Calabria (Settore Automobilistico), arrivo in autostazione ed attendo il secondo mezzo (appartenente sempre alla stessa azienda sopra nominata), che mi porterà da Cosenza a Catanzaro. Arrivo autostazione della città capoluogo: ore 9:50, tempo utile ma non sufficiente per prendere il treno delle Ferrovie della Calabria (Settore Ferroviario) ed è per questo che attendo le 10:25 per arrivare alle 10:50 a Catanzaro Lido. Nel vestire i panni del turista per caso, portando anche un bagaglio di circa 7Kg., giornata uggiosa, piuttosto ventilata a Catanzaro, ho difficoltà a mantenere alto l’umore e l’approccio con l’ambiente circostante potrebbe diventare polemico così decido di fare silenzio, il viaggio è ancora lungo.
In questo luogo posso meditare fino alle 12:05, orario del treno per Reggio Calabria, arrivo nel paese previsto sulla costa ionica alle 13:20. Posso affermare di aver impiegato un tempo utile che mi avrebbe portato da Cosenza a Roma. Sommo le cifre di ben quattro biglietti e totalizzo dodici euro e quindici centesimi. 
Due immagini: la prima , le canne al vento, il mare, il percorso, la seconda definisce la destinazione, il centro storico di Gerace osservato da un punto di vista utile per il risultato visibile. Il rientro previsto entro la mezzanotte, utilizzando due mezzi pubblici (per un totale di undici euro e settantacinque centesimi, quaranta centesimi in meno rispetto al percorso scelto al mattino) e due privati, si è concentrato in cinque ore e quindici minuti. Soddisfatta di essere rincasata “sana e salva” riaffermo il concetto espresso al giovanotto che (nel tratto Catanzaro-Catanzaro Lido), dovendo rilevare dati per migliorare il servizio sottoponendo l’utenza a semplici domande, lo salutai ribadendo che il “Turista calabrese” è rassegnato, il “Turista” che non conosce la Regione tornerà solo se auto munito.
Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)