Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Le forme della festa – a cura di F. Faeta e A. Ricci

05 LE FORME DELLA FESTAIl testo sfrutta molto bene i linguaggi non verbali perchè è ricco di foto e permette con il CD (69’36”) di poter ascoltare contenuti pertinenti al tema. Il titolo del libro si compone così: La settimana Santa in Calabria: studi e materiali – Le forme della festa- a cura di Francesco Faeta e Antonello Ricci – Edito da squi(libri). Lo studio viene svolto sul territorio regionale da più antropologi prendendo in esame tanti paesi, tutte e cinque le Provincie, distinguendo i luoghi della ricerca in feste rilevate e feste  studiate, quest’ultime per un numero di dieci. I paesi presi in esame seguendo l’indice indicato dal testo sono: Verbicaro, Laino Borgo, Cassano Ionio, Savelli, Mesoraca, Nocera Terinese, Settingiano, Dasà, Stilo, Caulonia. Il contenuto iconografico è di grande spessore; è un pezzo di storia regionale da leggere, vedere, ascoltare. Sono già trascorsi sette anni dalla pubblicazione, le 420 pagine in parte le ho lette, confesso di aver guardato con maggiore attenzione le foto, l’audio ha un suo perchè ma confesso che essendo delle registrazioni autentiche non è semplice seguire fino in fondo tutti i ventotto passaggi, non è un CD musicale, arcaiche le musiche, testi da seguire attentamente, quasi incomprensibili, un dialetto autentico, tipico del paese studiato, grande fascino ma certamente per gli addetti ai lavori. Materiale che non sarà più riproposto dal vivo, registrazioni che manterranno un valore documentaristico unico.

Alla parola “Antropologia” corrisponde il significato: studio dell’uomo, delle sue caratteristiche, del suo comportamento; la bellezza del libro è dettata dalla ricchezza di dati che riguardano la popolazione calabrese dando una visione d’insieme seguendo la via più umana, quindi più autentica, ritrovando nello studio condotto l’essenza di un popolo che riconosce la sua natura contadina, una religiosità semplice. Leggere il libro è probabilmente l’ingresso dentro un mondo che ha preso le distanze dal terzo millennio, si può ignorare, volendo,  perdendo l’occasione di riprendersi un pezzo della storia umana calabrese.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)