Il messaggio dell'Accademia Senocrito

La casualità della creatività: quattro passi per Cosenza

Mai spostarsi in un luogo pensando di …, tornerai a casa deluso e frustrato;  l’approccio libero da schemi, invece, sortisce effetti positivi perché la mente resta più aperta nell’accogliere tutto ciò che arriva, dal crepuscolo lungo il fiume Crati, alla vetrina che ti sembra familiare perché hai già visto ciò che viene esposto. Nell’ambito del Temporary Store, “le artigiane del riciclo”, conosciute in altra occasione offrono uno spazio aperto al recupero e quindi al riutilizzo di materiali che ritornano ad avere una valenza decorativa, pratica, dove almeno l’80% del prodotto messo in vendita è realizzato proprio con quello riciclato. Trova un suo perché l’opera di un artista che decide in accordo con la responsabile dell’attività di esporre alcuni prodotti di design  che nascono dall’assemblaggio di pezzi quasi esclusivamente in metallo, senza saldature, ovviamente riciclati. Lui è Luciano Ciandra, una mostra prossimamente a Berlino, dopo una a Roma, desidera lasciare una traccia artistica in Calabria e dalla sua città invia cinque pezzi che possono essere anche funzionali per un possibile acquirente perché sono lampade. Contattato telefonicamente, grazie alla responsabile dell’attività, lo sento e capisco alcune cose: ci tiene a precisare che il suo prodotto non ha solo un valore estetico e funzionale ma anche di ricerca rispetto a certi arnesi, parti di elementi, che ritornano ad essere usati con altra valenza, ritornando a nuova vita. Mi racconta la sua formazione artistica, quella a bottega dal maestro Franco Veronesi, la prima mostra di pittura a 22 anni, si reputa un colorista. A distanza di trent’anni consolida un forte legame con la terza dimensione trovando nella ricerca dei pezzi e nell’ancor più complessa ricerca formale, funzionale, una via da percorrere che lo mette continuamente in discussione perché non basta avere sottomano qualcosa di utile ed interessante se poi tra di loro non scatta la scintilla che trasforma più cose in un’unica cosa. Sono passati già nove anni da quando ha deciso di concentrare nel riciclo la sua nuova sfida creativa e l’artista nominato ha la pazienza, l’estro e la sana follia nel saper condurre tale indagine.  

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)                                                                                     Nelle parole scritte di Andrea Romoli Barberini una sintesi del lavoro creativo di Luciano Ciandra:

“L’artista ” dice”, il designer “risolve”. Entrambi creano.                                                      Anche Luciano Ciandra crea, ma le sue opere sembrano collocarsi amabilmente sulla linea di confine che divide e unisce ad un tempo questi due territori della creatività.

Lampade sì, ma sostanzialmente sculture che assumono forme curiosamente, fantasticamente zoomorfe, ironiche e bonariamente minacciose, che si generano dall’assemblaggio attento, di un’eleganza spontanea e senza affettazione, di diversi materiali di recupero.

Sono oggetti che scaturiscono da una fantasia di fanciullo  bella, nobile e pulita, distante da quella dimensione inquietante e grottesca che sovente attrae quanti si muovono in questo ambito della sperimentazione artistica.                                                                                Le creature di Ciandra non esorcizzano paure inconsce, sono piuttosto oggetti attraenti chiamati dall’autore a vivere una seconda vita, diversa dalla prima, capace però di suscitare stupore e ipotesi di racconto, confermando fantasticamente la loro appartenenza “genetica” alla sfera dell’utile”.