Il messaggio dell'Accademia Senocrito

25 Luglio – “LA FORZA DEI DESTINI, Verdi in bilico tra V. Hugo e Shakespeare di Patrizio Bianchi”

My beautiful pictureE’ il titolo dello spettacolo che ha aperto l’ottava edizione del Festival di Musica Classica della Locride con il patrocinio dei comuni di Locri, Gerace, Oppido Mamertina e con il contributo dell’Assessorato alle attività produttive della Provincia di Reggio Calabria e della Fondazione Carical. L’Accademia Senocrito non ha bisogno di leggere una mia riflessione a riguardo, certo è che in quanto socia ed avendo anch’io presenziato quella sera avverto il desiderio di fermare nero su bianco un pensiero. Da ascoltatrice e da persona che conosce Verdi in maniera superficiale la curiosità mi ha stimolato ad esserci. L’informativa corretta che la brochure offre la riporto testualmente: L’ottava edizione del Festival di Musica Classica della Locride apre con un imponente omaggio a G. Verdi. La forza dei destini è un racconto sulle vicende umane e artistiche di Giuseppe Verdi, dalle difficoltà degli inizi, al primo successo con Nabucco, agli anni caldi dei moti rivoluzionari. Il suo primo incontro con Shakespeare con Macbeth e più avanti con Otello, per arrivare a Luisa Miller e alla straordinaria trilogia popolare con Rigoletto, Trovatore, Traviata.

A dare voce Patrizio Bianchi, anche autore dei testi, affiancato dall’insieme del complesso orchestrale costituito dalla banda musicale giovanile “John Lennon” di Mirandola (MO) diretta dal M° Mirco Besutti, dall’Orchestra Giovanile “Paolo Ragone”di Laureana di Borrello (RC), diretta dal M° Maurizio Managò, formata da circa 70 giovani musicisti e dall’Orchestra di Fiati Città di Gerace diretta dal M° Saverio Varacalli.”

Prima dell'inizio...Il primo dato, fondamentale, è la fusione di ben tre realtà giovani che hanno la possibilità di confrontarsi. Attraverso la musica si raccontano perchè c’è scambio di conoscenze, tra di loro misurano i livelli di crescita nell’ambito specifico condotti in realtà sociali diverse, consapevoli di dover raggiungere in breve tempo una buona amalgama, …e in Verdi ritrovano la figura leader che ben viene veicolata dal Professore Patrizio Bianchi, professionista autorevole, (basta digitare il suo nome su google per capire l’ampio spettro su cui si muove ed opera). E’ una meravigliosa partenza perchè ci sono tutti gli elementi per “celebrare” nel migliore dei modi la musica classica. Da uditrice, basandomi sul personale impatto emotivo, pur constatando la bontà complessiva, non posso seguire tutto lo spettacolo che per fatti non dipendenti dall’organizzazione inizia concretamente un’ora dopo (ore 22:00) ritrovandomi a lasciare la bellissima corte del palazzo comunale di Locri intorno alle 23:10. La trattazione adopera due linguaggi: quello verbale e quello non (la musica). Il Professore, nel suo raccontare, volge lo sguardo diverse volte ai ragazzi dell’Orchestra formatasi, da lui stesso definita giustamente “Orchestra Italiana”, sentendo la necessità di coinvolgere anche con lo sguardo, sia loro che i numerosi convenuti. Alcuni passaggi sono affidati al pianoforte che o solo o accompagnando strumenti come l’oboe, il clarinetto, il flauto traverso, vanno a sottolineare musiche verdiane funzionali al racconto complessivo. Mi sento maggiormente coinvolta quando suona l’orchestra. Avverto un’assenza  che è quella del canto, sostituito dal pianoforte: la Vergine degli Angeli per quanto il pianista sia stato bravissimo, se non può esserci una versione cantata ascoltare tutta la partitura perchè?

Complessivamente gradevole, in alcuni punti risultava poco coinvolgente pensando sempre che chi ascolta (pensiero soggettivo), può avere una sensibilità verso la musica in generale che tende a distrarsi facilmente se il tessuto narrativo, verbale e non, tende a rallentare. Confesso di aver visto il direttore Mirco Besutti, a tal proposito, segnalare, con gestualità visibile dal mio posto a sedere, una “abbreviazione” sul brano prima indicato probabilmente per “contenere i tempi”. Bisogna educarsi all’ascolto, una serata estiva può essere l’ideale per ascoltare buona musica e nella veste di “uditrice” interessata ma con limiti reali (un rientro concordato da rispettare), posso scrivere che pur avendo apprezzato la “boccata di ossigeno”, ricevuta nella visione e nell’ascolto,con la percezione consapevole che questa forma d’arte può garantire nutrimento per lo spirito (per tutte le fasce d’età), ho lasciato lo spazio non del tutto gratificata.

P.S.: Apprendo che la parte della serata che non ho potuto seguire (lo spettacolo si è concluso intorno alle 24:00) ha avuto un momento finale coinvolgente con il “Va Pensiero” partecipato anche dal pubblico. Confesso che avrei cantato anche io molto volentieri e probabilmente avrei lasciato la corte portando nel cuore quell’… “Arpa d’or dei fatidici vati, Perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, Ci favella del tempo che fu!”

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)