Preferisco scrivere sulla bellezza pensando alla mente di una persona, alla sua capacità di usare al meglio le talentuose inclinazioni personali perché cosciente di doverle investire per se stesso e per gli altri. Domenico Michele Surace, giovane archeologo e storico, esce allo scoperto per condividere parte dei suoi talenti, prossimi al mondo della poesia, con “ATMAN”, una raccolta di componimenti lirici nei quali è sorprendente la profondità che si coglie nel dirimersi dei versi. Nello svolgersi di una poetica mai banale e che non risulta mai sfoggio di mera erudizione ma comprova pienezza culturale, epifania di spontaneità. I versi di Domenico Michele Surace, incentrati sull’uomo, sono riconducibili anch’essi a tassello di fisiognomica letteraria. Mai sopra le righe e senza stonature è prezioso “umanista” in una attualità nella quale soddisfa il bisogno di proseguire ancora con l’Uomo che governa la Macchina.
Espressione di una Calabria fedele alle proprie radici storiche e nobili che con D. M. S. manifesta la sua parte migliore.