Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Mario Mauro, ricordo “grafico”!

Mauro2001Ho il mio ricordo, senza foto, nessuno scatto, un breve incontro segnato da un saluto a casa sua, a Sant’Ippolito (CS), in visita di cortesia con il fratello e Tommaso Orsimarsi ( amico e scrittore), che voleva che io conoscessi l’artista.  Riporto le parole usate da Tommaso nell’articolo a lui dedicato del 10 Aprile 2013: “…Mi recai da lui in compagnia del fratello Ivan, e dell’artista Locrese, ormai stabilitasi nel cosentino, Luciana Vita, in quel primo incontro lo trovammo intento a lavorare con le mani intrise di colore, che ci passò quando nel salutarci timidamente allungò  la mano, quasi una contaminazione artistica, un benvenuto in quel mondo dove l’alchimia dei colori si stabilizza in forme che parlano all’intelletto e all’anima.”

E’ vero che la Provincia cosentina ho imparato a scoprirla pian piano, facendomi aiutare da coloro che già potevano sapere e conoscere. Questo accadeva nel 2001: ricordo la generosità del gesto: aprire una cartella per farmi scegliere un disegno con tanto di dedica a penna: “A Luciana con amicizia e stima”. Che dire! Confesso che dopo averlo tenuto sotto vetro, per qualche anno, oggi capisco che devo provvedere a dargli uno nuova sistemazione, non posso aspettare ancora.

Mario nasce nel 1943 e muore nel 2004. C’è una sua biografia sintetica sul sito: http://ippolitoborgo.altervista.org/SANT’IPPOLITO/Gallerie/CalendarioMauro2000/Mauro.htm per avere altre notizie utili sull’artista.

Il disegno, la traccia “grafica”, mi riporta il pensiero all’uomo e all’artista che, a detta di chi l’ha frequentato per molto tempo, è rimasto nel cuore come una persona speciale. Riporto un altro passaggio dell’articolo sopra citato di T. Orsimarsi: “Nei suoi acquerelli i tratti della gente del Sud, persone inermi contro le brutture del mondo, era forse questo che lo avvicinavano a Levi e Guttuso, e alla poesia di Rocco Scotellaro, ma che la sofferenza apparentemente inquietante, ammantava di una propria e personale identità. I soggetti della sua pittura, ricorderanno sempre quella prima esperienza decorativa della ceramica, quei volti grotteschi quei paesaggi disperati, con una ricchezza, equilibrata e mai ostentata del colore, quasi un riscatto, se pur precario, praticato nell’opera stessa. Come il brillare di una lacrima che, benché segno di una sofferenza, é in se bella, tanto da richiamare più la rugiada mattutina che l’atto del pianto.”

In quel disegno a penna così energico, scelto personalmente, ho visto anche parte della mia storia e nella generosità del gesto, oggi, a distanza di tanto tempo, capisco di essere stata privilegiata: ricordare l’uomo (di poche parole), attraverso un pensiero grafico e percepirne la bontà e la verità  del suo essere. Tra i calabresi da ricordare!

Luciana Vita