Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Note artistiche contemporanee: 13 marzo 1985 – 2013 – Monumento a Sergio Cosmai di Maurizio Orrico

“Ho visto un uomo, chiuso in un ottuso orgoglio. Un uomo che non vedo oltre la propria persona e il proprio interesse, del tutto incapace di innalzarsi ad eccelse idealità, timido della verità. Ho paura che anche il mio rigagnolo finirà col riversarsi nello stesso fiume se non troverà un nuovo corso da seguire.” Sergio Cosmai 1965 …

La scritta continua con la dedica: Al dott. Sergio Cosmai, già direttore del locale Istituto di Pena, assassinato dalla ‘ndrangheta il 13 Marzo 1985 – la città di Cosenza donò –

L’azione creativa si può considerare un’istallazione composta da due opere collegate tra loro, inserite nell’area urbana, lungo la via a lui già dedicata. Maurizio Orrico visualizza, con la sua capacità formale, la frase, sopra citata, seguendo il piano orizzontale attraverso un movimento curvilineo (che asseconda la circolarità della rotonda), parola che deve arrivare a tutti coloro che passando, anche con le automobili, possono notare, … le tre figure realizzate su lastra d’acciaio al carbonio sono tre ombre, verticalizzate, quattro metri, la prima, tre metri e ottanta centimetri la seconda e tre metri e settanta la terza, altezza funzionale per osservare a distanza un’ illusione ottica, vista la bidimensionalità, favorendo la visione, suscitando la curiosità del passante. Tutte e tre le sagome hanno la mano destra trasformata: l’artista la sostituisce ricordando la forma di una pistola. Sono la prima a dover ammettere la non conoscenza del tragico evento che risale al 1985, anno vissuto da liceale sullo ionio, poco attenta agli eventi drammatici che accadevano sul territorio regionale. La vedova durante l’inaugurazione afferma che “l’isolamento uccide, la condivisione ci salva, tutti”, l’accento è stato posto anche sulla necessità di guardare a queste figure simboliche perché c’è un forte bisogno di riferimenti. Il mio entusiasmo si estende nel desiderio di essere anch’io unità che condivide il messaggio di Sergio Cosmai, prendendo coscienza attraverso la  memoria storica, trovando nel linguaggio non verbale di Orrico la chiave universale che apre la porta ad un popolo sensibile, quello cosentino e non, che non accetta la violenza, da qualunque parte provenga. Le due opere diventano un tutt’uno per ribadire l’importanza di una condivisione collettiva, sociale che abbraccia ogni individuo. Il passato sublimato dall’arte che trova in Orrico il suo operatore per un messaggio indirizzato a tutti!                                                                                                                 (La foto dell’opera verrà inserita non appena avrò occasione di fotografarla sul posto; la fotocomposizione di riferimento è presente per ricordare la fisionomia di Sergio Cosmai inserita in un paesaggio che a distanza “inquadra la città di Cosenza”)

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)