Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Passaggi: Rovito, Aprigliano, musica e scuola, ascolto e comprendo che…

Questa riflessione scritta porta la data 2013, non venne pubblicata per una scelta fatta allora, credendo di non avere gli strumenti sufficienti per poter mettere nero su bianco un pensiero che riguardasse l’educazione alla musica. Oggi rileggendolo credo che una riflessione soggettiva non sia così “pericolosa” da intaccare il sistema organizzativo scolastico ecco perchè la propongo spostandola dal cassetto virtuale….

12038144_1662211037352623_3067728662989293138_nParto da constatazioni dettate dall’ascolto diretto, vissuto grazie ad occasioni diverse, presenti in due realtà scolastiche. Non ho competenze musicali specifiche ma mi avvalgo della mia sensibilità artistica che non esclude l’amore per la musica. La scuola secondaria di primo grado, nelle due realtà territoriali (sono due Istituti Comprensivi), permette di studiare strumento musicale. Ciò comporta la possibilità di seguire lezioni pomeridiane individuali o in piccoli gruppi passando poi, durante le prove, alla visione orchestrale, tutti gli strumenti concorrono per eseguire più brani che necessariamente dovranno risultare gradevoli all’ascolto.

Bisogna considerare che i ragazzi scelti quasi sempre avviano a scuola il primo approccio con uno strumento (diverso da un flauto dolce o da una clavetta).

Osservo e constato la passione manifesta nei docenti che seguono con attenzione i propri allievi. Il violino, il violoncello, il fagotto, il pianoforte, (Rovito), il violino, il flauto traverso, il clarinetto, la chitarra, il pianoforte, (Aprigliano), trovano spazio nelle aule di scuole che partecipando a concorsi provinciali, regionali, nazionali, concerti per orchestre scolastiche … ottengono risultati lusinghieri. Non è tanto elencare i premi ricevuti quanto prendere atto che nei gruppi orchestrali si può constatare la presenza di ragazzi entusiasti, orgogliosi dei risultati raggiunti e tra questi scopri che è vero che molti di loro dopo la scuola non continueranno ma è anche vero che l’esperienza maturata lascerà un ricordo ben definito sul valore della musica, diventare adulti portando nel bagaglio culturale un valore aggiunto.

E’ nell’azione diretta che il ragazzo comprende riuscendo a capire, mettendosi alla prova. Quando si troverà di fronte ad un’orchestra di professionisti capirà e ascolterà con maggiore attenzione e consapevolezza.

Educare alla musica attraverso il “fare musica” seguendo le regole orchestrali: nel gruppo si cresce perché per produrre armonia bisogna vivere armonicamente il gruppo.

Ho citato due Istituti Comprensivi perché ho potuto constatare di persona la bontà del lavoro che si porta avanti, ma le scuole indirizzate in tal senso stanno aumentando di numero su tutto il territorio regionale. E’ una conquista culturale, il tempo darà ragione al lavoro svolto, al contributo che la scuola offre per la crescita globale dell’uomo adulto futuro.

Oltre al mero stipendio agognato (che non può essere l’unica spinta motivazionale), si constata una passione percepibile nei fatti, visti i risultati che riescono a raggiungere anno dopo anno, cambiando gli studenti ogni tre anni, mantenendo un dinamismo inevitabile.

Non posso tralasciare il valore formativo della disciplina “Educazione Musicale”, da sempre presente nella scuola secondaria di primo grado. Grazie all’abilità di certi docenti tutti possono sperimentare, anche con pochi mezzi, l’approccio operativo, oltre alla necessaria conoscenza teorica. Tutto concorre alla formazione e nell’offrire uno spazio in più alla musica si avvalora il compito educativo speciale che le viene attribuito.

Vicini alla musica che passa attraverso la scuola, crediamoci perché offre un veritiero spiraglio di luce per la crescita culturale di un paese.

Luciana Vita