Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Il Viaggio ritorna …

Entrando a Roccella Ionica - foto di Luciana VitaE se provassi a considerare ciò che vedo fuori e dentro il treno? Ancora continuo a viaggiare usando i “famigerati” mezzi pubblici lungo il territorio regionale e nel mio incontrare persone osservo e capisco come la diversità equivalga a ricchezza. I binari attraversano delle tratte dotate di straordinaria bellezza paesaggistica senza dimenticare che un tempo, quando i mezzi privati appartenevano a pochi eletti, il servizio reso al pubblico aveva un valore prezioso. Più di una volta ho usato la macchina fotografica durante il treno in corsa con la “presunzione” di cogliere un “passaggio del paesaggio”. Che sia costa ionica o tirrenica, che sia alba o tramonto, la metafora del viaggio non cambia. Savuto - dal pulman  Foto di Luciana VitaNei miei incontri ho dialogato con il capotreno appassionato di fotografia, ho guardato con simpatia la signorina con un piccolo coniglio ben custodito nella gabbietta, quella con il cane di piccola taglia, il professionista con valigetta in pelle, giacca, cravatta, unghie curate; l’universitario con mega cuffie verdi concentrato ad ascoltare i suoi brani musicali in mp3, tante persone intente ad usare il proprio cellulare, la ragazza occupata a passare il burrocacao sulle labbra, altri a chiacchierare in piccoli gruppi facendo un distinguo tra impiegati di ritorno dal lavoro e gruppo giovani universitari (lo si deduce perché quasi sempre scendono a Castiglione Cosentino), che stemperano la tensione dell’esame usando toni vocali alti. C’è anche il turista (si distingue per fattezze ed abbigliamento diverso dallo schema a cui siamo abituati) che per qualche strana ragione si muove in Calabria con il treno, magari in coppia o in piccoli gruppi. Cosa scrivere sulla “fisicità”! Pance rilassate, pantaloni a vita bassa con mutande in vista, alta percentuale di scarpe comode con presenza significativa di tacchi alti da circostanza (povere gambe), abbigliamento estivo a volte poco decoroso, ancora tanti jeans e tanti volti giovani con trucco e capelli tinti. Confesso di aver manifestato il forte desiderio  di voler fotografare quei volti.

E’ sempre una “CALABRIA VIVA” che si muove per varie ragioni ed io la guardo ogni volta sapendo che per un territorio dalla storia controversa come quella calabrese la vera ed unica ripresa risiede nell’ “UOMO” che resta capace di superare i limiti magari prendendo esempio da altre realtà simili dotate, però,  di un forte senso d’appartenenza. Lascerei a tutti la libertà di decidere, se restare o partire e al tempo stesso la libertà di consolidare le proprie radici sapendo che vivere equivale ad sano equilibrio tra corpo e spirito. Un sorriso in più non si mangia ma produce benessere, un boccone ingerito con rabbia diventa indigesto. Serve a poco un pranzo non condiviso, una villa vissuta in solitudine, una fuoriserie poco funzionale per raggiungere il posto di lavoro, e potremmo continuare l’elenco …                                                                                                                    Per un mondo “costretto” a ridimensionare i consumi, deve corrispondere un popolo che riesce a vivere con il “necessario”, che riscopre la bellezza della condivisione e la risorsa salutare del “sorriso”.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)