Il messaggio dell'Accademia Senocrito

900: Famiglia e avvisaglie di speranza

Chi non possiede una foto che ritrae parenti, amici o benefattori collocabile, storicamente, tra il 1900 ed il 1950? La domanda è un’altra: oggi siamo in grado di osservare con altri occhi immagini che appartengono ad un periodo in cui le fotografie venivano centellinate perché erano in pochi ad avere una macchina fotografica?

Questo gruppo parentale viene “immortalato” nel 1943. Si può ipotizzare da fonti certe che la foto nasca dall’iniziativa personale del gruppo: chi aveva una macchina fotografica Zeiss in un piccolo centro della Calabria in quel periodo?  Non è opera di fotografo bensì con un tre piedi e con autoscatto il gruppo ferma il suo momento e lo consegna alla storia nell’autonomia più assoluta. Sembrerebbe che ci sia una circostanza particolare o forse è una domenica che si viveva come vera occasione di festa: belle scarpe indossate dalle due signore più giovani con tanto di abito adeguato, molto garbate le bimbe nei loro abitini, anomalo il contesto ambientale, in contrasto con il gruppo, disadorno e decadente che risente ancora la fatica delle guerre riportate; abito sacerdotale al centro mentre alla destra di chi guarda un uomo piuttosto alto con tanto di camicia, giacca e cravatta, alla sinistra un uomo flesso in avanti con un atteggiamento più confidenziale rispetto alla figura femminile seduta innanzi a lui. La donna anziana al centro, dal sorriso accennato e dall’atteggiamento protettivo verso la bimba più grande, rappresenta “la grande madre”, il collante simbolico di una società matriarcale. Possiamo annoverare cinque figure femminili che sintetizzano il passato, il presente ed il futuro e tre figure maschili che, rispetto all’abbigliamento, alla postura, comunicano tre aspetti diversi del momento contingente. Conosco il luogo, conosco le persone ma preferisco vederle come anime coraggiose che hanno contribuito, con i loro sacrifici, a strutturare un futuro che per noi, oggi, è il nostro presente, come loro tanti altri sparsi su tutto il territorio regionale che nella quotidianità, da “semplici eroi” hanno superato ostacoli, privandosi di tante cose ma diventando sempre più forti nello spirito. Le lezioni del passato non per mera retorica ma per capire da dove veniamo e prenderci la parte più bella e solida che ci viene lasciata in eredità, a noi saperla riconoscere.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)