Ritratto fotografico (autore A. De Vita)
La fotografia ha permesso a tutti di poter fermare il tempo nel corso di una vita. Ha influenzato in modo radicale il modo di osservare l’essere umano e con l’avvento dello “smartphone” tutto è cambiato. Nell’arco di una giornata possiamo utilizzare tale strumento per ragioni di tipo artistico o per ragioni di tipo pratico senza dimenticare “l’autoscatto” da postare su i vari social network.
Se dovessimo chiamare un simile aggeggio usando la lingua italiana lo dovremmo definire un “telefono intelligente” perchè unisce le caratteristiche di un telefono cellulare con le potenzialità di un piccolo computer. Ironicamente: compro quella marca perchè ha delle funzioni straordinarie, “mi permette di fare foto e selfie stupendi!”
Aprendo l’album fotografico tradizio
nale, con scatti realizzati a partire dal 1967, ho provato a ripercorrere il tempo fino al 2009 per tracciare un filo storico concentrando l’attenzione sul volto, sullo sguardo. Una composizione che si basa sulla fotografia analogica. Poter tornare con la memoria indietro facendo dell’immagine un chiaro punto di riferimento non è semplice azione nostalgica, ci ricorda chi siamo stati, tracce visibili nell’espressione del viso, contesti ambientali, la moda del momento, o per meglio scrivere, i vestiti che altri sceglievano per te. Se abbiamo bisogno di aiuto per non perdere di vista la “memoria storica”, aggrappiamoci alla fotografia, senza banalizzarla, rendendola anche funzionale per una possibile visione interiore che ci aiuta a capire come stiamo. L’immagine, al centro, è un autoritratto a matita, maturato da un autoscatto, realizzato nell’ottica introspettiva, capire in che misura proiettiamo il nostro stato interiore sul volto. Certamente si evince che ero più propensa al sorriso in foto da bambina!
Tenendo presente la caducità della vita, anela nell’umano un desiderio di eternità che, per quanto possa apparire effimera, nella fotografia si realizza. Basta sapersi accontentare!
Luciana Vita