Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Dalla Chiesa di San Giovanni Battista in Paterno Calabro: Auguri

Una storia gloriosa alle spalle, poi le vicende della vita hanno avuto la meglio e quella gran bella persona si ritrova a chiedere l’elemosina, a dormire sotto i ponti. Oggi potrebbe rispecchiare la storia di tanti uomini o donne che si sono ritrovati schiacciati dalla crisi economica, il riferimento però mi serve per essere trasferito sulla bella struttura architettonica che un tempo fu la Chiesa di San Giovanni Battista, a Casal di Basso, a Paterno Calabro. Posso fotografare l’interno perchè il portone principale, in legno, presenta uno squarcio che consente la visibilità. Mi raccontano che recentemente il tetto è stato rifatto per evitare ulteriori danni alla struttura. Non vuole essere una denuncia per le condizioni in cui versa tutta l’architettura in quanto bisognerebbe conoscere tutti i risvolti che nel tempo si sono presentati e che non sono stati risolti per limiti di vario genere, a cominciare da quello economico, non posso criticare se non ho elementi concreti in mano, ma come restare indifferenti rispetto a ciò che ho potuto vedere con i miei occhi! Mi dicono che il fonte battesimale è stato spostato nel Santuario, foto che propongo perché  fatta nei mesi precedenti, leggo che la sua storia inizia nel Trecento e subisce nel corso dei secoli diverse vicende controverse, tra cui il terremoto del 1638, vari rimaneggiamenti. Dalla foto si intravedono delle aperture sul pavimento, fanno capire che c’era al di sotto uno spazio per seppellire i morti, trascrivo il termine usato: “Carnara”. Nella fotocomposizione ho inserito un Bambinello di fattura napoletana (P.P.) simbolo di speranza e rinascita; voglio pensare che dopo aver ripristinato il tetto magari questa bella architettura, con i suoi secoli e la sua storia gloriosa sia presa in considerazione dall’uomo per rivivere anche attraverso una nuova funzione. Il particolare fotografico ci aiuta a capire l’affresco presente in alto, sopra l’altare principale, ci sono ancora parti di superficie visibile che fanno ben intendere la raffigurazione dell’ “Ultima cena”.

Purtroppo non è di facile soluzione e non sono la prima a scrivere delle considerazioni a riguardo; la presenza di tante chiese in questo territorio ricco di storia, cultura, dovrebbe essere motivo d’orgoglio per tutti i calabresi, non si può circoscrivere un campo e consegnare le responsabilità di tutela a pochi, è necessario ora più che mai lavorare per aiutare a far acquisire a più persone possibili il senso di appartenenza ad una Regione straordinaria con una miriade di “Perle” sparse in tutto il territorio. … E quando le “belle signore” cadono in “rovina”, qualunque possa essere il motivo, non giriamo le spalle ma proviamo anche ad usare la parola se non possiamo fare di più, potrebbe comunque trarne un beneficio, tutti abbiamo bisogno di riaccendere la luce della speranza!  Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)