Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Giuseppe Filosa, colore e sapienza

Bottega d'Arte, piazza Duomo - foto di L.Vita 2014

Lungi da me voler assumere movenze da critico d’arte, non avrei le competenze né l’intenzione di voler usare i linguaggi verbali “tecnici” per spiegare i linguaggi non verbali. Ho sempre cercato la via più diretta, quella che arriva dritta al cuore, per questa ragione la parola dovrebbe risultare essenziale, ciò che è visibile già racconta molto. Piazza Duomo, centro storico di Cosenza, la foto “parla” dello studio artistico di Filosa. Cogliere l’attimo pensando di avere il tempo necessario per verificare se lo studio è aperto.

E’ aperto! Giuseppe mangia un’arancia, vicino a lui altre magnifiche sfere arancioni, mi presento, cominciamo a parlare. Cosa cerco? L’essere umano: chi c’è dietro le tele esposte che sprigionano energia, colore, luce, un mondo dipinto che percepisco come capacità di saper leggere la realtà guardandola con occhi limpidi e sereni. Mi dona volentieri qualcosa che racconta il suo lavoro, stampato nel 1997, dopo i sessanta anni.

Lui nasce in Provincia, a Montalto Uffugo nel 1937, tra le sue amicizie artistiche c’è Mario Esposito, Mario Mauro, Antonio Presta. Le foto presenti nel libro raccontano un percorso vivo. La nota biografica evidenzia la voglia di essere presenza attiva condividendo, ecco perchè è tra i fondatori del “Gruppo d’Arte Cosenza”con il critico d’arte Volpintesta e gli artisti Mauro e Presta. Esce dalla Calabria passando dalla Germania (primi anni sessanta), alla Svezia, ritornando in Calabria nel 1976. Il centro storico di Cosenza rappresenterà il punto vitale della sua vita artistica, senza perdere di vista il mondo nel senso che trova il suo equilibrio mantenendo salde le radici calabre e vivendo con grande libertà lo studio (si diplomerà all’Accademia di Belle Arti di Roma) e il suo agire, esporrà in Italia e ancora all’estero non escludendo interventi in Calabria come la collaborazione con il Museo di Santa Barbara a Mammola con Nik Spatari o, ancora, con l’Università della Calabria.

Opera di filosa presente nel suo studio (foto di Luciana Vita)Mi racconta che la qualità della vita muove il suo agire che tradotto in pratica significa arrivare a settantasette anni senza aver perso la voglia di sperimentare, di coltivare le amicizie buone, si saper stare da solo e di accogliere con sorriso e garbo chi lo va a trovare nel suo studio. Entra un uomo che gli comunica che è uscito l’articolo che ricorda Mario Mauro (dieci anni dalla morte). Mi lascio intimidire e faccio un passo indietro, l’uomo esce e continuando la conversazione vengo a sapere che si tratta di Ottavio Cavalcanti, noto scrittore, autore di diversi testi legati al territorio cosentino e calabrese. Mi rendo conto che è una mattina fortunata: chi ci precede ha qualcosa da raccontarci e fin tanto che potrò ritagliare del tempo dovrò andare “incontro all’incontro”, il bicchiere mezzo pieno per vederlo richiede allenamento, vedere il bene è un esercizio quotidiano, alimentare la speranza è una visione anche cristiana! Nel testo leggo alcune sue parole che riporto: “Con la pittura io cerco un dialogo con tutti. Non cerco consensi dal punto di vista estetico. Voglio avanzare proposte per una discussione e stimolare il senso critico perchè credo che tutti debbano rendere conto della libertà delle loro idee… Io sono felice di lottare per l’arte, per quell’arte che ci aiuta a vivere e ad amare liberamente.” Il pensiero è datato 1978, a distanza di trentasei anni riesco a leggere tutta la forza attuale.

In Filosa vedo la storia recente, legata prevalentemente alla seconda metà del Novecento Calabrese, quella storia che possiamo conoscere direttamente dai protagonisti, quella storia che dobbiamo recuperare per agganciare un presente sempre più aeriforme, che cerca il lontano perdendo di vista il vicino. Allargare gli orizzonti non significa non guardare il prossimo, pensiero rivolto a me stessa e a tutti coloro che pensano che in Calabria ci sia poco da cercare; il sano orgoglio d’appartenenza deve maturare in tutti noi, soprattutto in chi resta perché siamo il valore aggiunto … e Giuseppe Filosa vive con umiltà e sapienza questa consapevolezza!

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)