Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Dettagli in foto: nel centro storico …

Il fascino semplice dei panni stesi! Continuando il mio giro lo sguardo si posa sulla corda dei panni stesi, in una giornata d’inverno, con le nuvole. Se vedo ciò comprendo che ci sono individui che si rapportano con quello spazio, vorrei  un dialogo diretto per capire di persona se quella permanenza è vissuta appieno tra ambiente interno ed ambiente esterno. Capisco la poesia dei luoghi ma ancora non riesco a capire perché non si adoperi un criterio per “liberare” dai vincoli tutte quelle strutture non accessibili in quanto sotto tanti eredi che difficilmente troveranno un accordo per lasciare il “bene” e renderlo disponibile per nuovi insediamenti. Non posso non guardare, la Calabria regge sulla provincia, sulla sua nobile storia, ma per alcuni emigrare significa evolversi, uscire da una povertà che, ad oggi, è sempre più morale, culturale e spirituale e tornare in alcuni momenti dell’anno per ribadire quanto è stata bella la vacanza fatta a … come funzionano le cose a … e chi resta come devi sentirsi? Non è sufficiente mantenere un ricordo appassionato e raccontarlo con fervore, magari quando si è in compagnia, ricordando i tempi andati. Chi resta paga a caro prezzo i vantaggi che una terra come questa offre perchè niente è regalato, forse solo il sole! Quei panni … sono  la metafora dello sforzo di sostare il più a lungo possibile nei luoghi scelti o magari usati perchè le circostanze hanno permesso che si occupassero.

Nel secondo scatto ritornano le corde per stendere i panni, questa volta attraversando il ponte dei Pignatari, a Cosenza, con la poesia e “l’umidità” del Crati e lo sguardo continua a perdersi, anche passandoci per la centesima volta. Senza voler entrare in merito alle ragioni recenti che portano i calabresi di oggi a lasciare la propria terra, il mio pensiero va a tutti coloro che cercano di restare per vivere appieno il senso di appartenenza.  Pur abitando in una società globalizzata, voglio credere che attaccarsi ad un territorio per viverlo, sia importante allo stesso modo dell’approccio “mobile”, più americano, che vede l’uomo nomade, disposto a muoversi in base alle opportunità lavorative. Nella speranza di poter continuare a scegliere, mi permetto una citazione retorica: “tutto il mondo è paese”!

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)