Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Quando l’opera d’arte è davanti ai nostri occhi

(Foto Bruno Pelle - Tutti i diritti sono riservati)Prendo spunto da una foto caricata sulla pagina dedicata al cane “Kupi”, la reputo fortemente simbolica in quanto i due protagonisti raggiungono insieme un punto di osservazione valido perché scrutano un ampio raggio della provincia ionica reggina. Non ho la presunzione di leggere il pensiero, mi limito a stabilire che se una terza persona fotografa i due protagonisti con un simile panorama, quasi certamente la scelta non è casuale. Sono tanti i calabresi che avvertono il fascino del paesaggio osservato da un punto di vista “alternativo”. La questione ruota attorno a semplici dati ancestrali che attendono tempo e modo per manifestarsi: mi permetto di scrivere che una buona percentuale dei residenti calabresi manifestiamo attenzione e sensibilità per l’opera d’arte NATURA, è in noi radicato uno spirito “contemplativo” che prescinde dalle scelte lavorative o esistenziali. Il cane presente trova la sua giustificazione e il quadro racchiude il suo perché nello sguardo che anche noi rivolgiamo all’orizzonte. Il mar Ionio, l’alba, la luce primigenia: la passeggiata certo non è di prima mattina vista la luce che proviene da destra che resta funzionale per valorizzare il paesaggio collinare con la prospettiva che si conclude con le due sfumature d’azzurro, una legata al mare, l’altra al cielo.

Ecco perché credo che i due protagonisti, simpaticamente accovacciato l’uomo, (che si mette allo stesso livello d’osservazione del cane) e Kupi  abbiano seguito l’istinto, l’opera d’arte bisogna saperla riconoscere e fermarsi, lo spirito ne sarà rinfrancato e avremo aggiunto un tassello in più nel raggiungimento di quell’armonia che tutti aneliamo.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)