Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Madonna di Capocolonna tra visione e lettura

Foto di Luciana Vita

La casualità del percorso: primo obiettivo che giustifica il viaggio è il mare Ionio, cercando la costa di Isola Capo Rizzuto. Ogni spostamento deve avere una spinta motivazionale concreta che riesca ad accontentare il gruppo, dopo inserisci l’azzardo a insaputa di tutti perché sei consapevole che se le circostanze giocano a tuo favore ci sarà l’accettazione  della “deviazione” inserita nel viaggio.

In poche parole dopo il mare visitiamo la zona archeologica di Capocolonna. Tra museo e percorso esterno, con la famigerata colonna del Tempio di Hera Lacinia, fotografata da “bravi turisti”, non perdiamo occasione di visitare anche il Santuario, piccola struttura inserita nel contesto paesaggistico, molto scarno, soleggiato, con azzurri accesi del cielo e del mare da farti percepire un’atmosfera mistica, (ma non dettata dal caldo, per intenderci)! Dentro è collocata quella che ci hanno indicato come copia della Madonna di Capocolonna perché l’originale si trova nella Cattedrale di Crotone. Per chi cercasse notizie più specifiche può visitare virtualmente il sito del Santuario che offre molte informazioni a riguardo.

La seconda scoperta interessante la faccio comprando un testo: “Arte in Calabria, Storia Opere Percorsi – di Mario Vicino (Ed. Aurora).

Senza elencare la bellezza dei contenuti, tutti incentrati, ovviamente, sulla nostra amata e splendida Regione, la mia attenzione si rivolge a pag. 214. Premesso che resta l’invito per una lettura globale del libro (impareremmo tutti qualcosa in più), ho trovato affascinante

Foto di Luciana Vita

un passaggio che riporto testuale: “… Simbolicamente si può affermare che il crollo delle tante colonne del Tempio di Hera Lacinia e la permanenza di una sola di esse, è come una segnalazione della caduta delle molte divinità pagane e il permanere di Maria, l’unica Colonna  del mondo che portò Cristo, “pietra angolare della storia”. La Vergine sembra essere oggi ciò che resta dell’archetipo femminile: Dea segreta e splendente della cristianità occidentale, ha abbandonato tutto ciò che concerne l’originario carattere primitivo, divenendo la madre buona, che nutre, protegge e preserva la vita, completamente priva dell’antica dualità di bene e male. In ciò consiste la differenza tra questa figura sacra e quella della Dea Madre …”

Continua l’autore scrivendo del dipinto, Icona con una storia di grande fascino, e, invitando alla lettura del testo, ritorno sul “Passaggio”, vissuto nel 2010, di cui faccio memoria sia per la lettura successiva al viaggio, sia per i colori, le luci impresse nella memoria. Anche ignorando il dato storico, il calabrese non può negare il richiamo, nel DNA resta la traccia  e nel seguire l’istinto scopri da dove vieni. E’ facile perdersi ma basta anche poco per ritrovarsi, ognuno faccia la sua personale ricerca.

Luciana Vita  (Tutti i diritti sono riservati)