Il messaggio dell'Accademia Senocrito

di Francesco Reale (Celico – anni 13): Visita alla Pinacoteca di Brera

VISITA ALLA PINACOTECA DI BRERA – Una giornata indimenticabile è stata quella del 30 novembre 2019, non solo perché festeggiavo il mio tredicesimo compleanno, ma perché mio papà mi ha regalato, per l’occasione, la visita alla Pinacoteca di Brera di Milano.

Eravamo a Milano da alcuni giorni per altri motivi. Siamo usciti di casa presto e prendemmo la metropolitana che ci portò fino alla fermata Cairoli. Uscita dalla metropolita ci venne di fronte il maestoso Castello Sforzesco di Milano, che ho già avuto modo di visitare, in altre occasioni, i numerosi musei presenti tra cui quello degli strumenti musicali antichi che mi ha particolarmente destato curiosità. Dopo aver scattato alcune foto all’imponente castello ci siamo messi in cammino direzione Palazzo Brera. Dopo circa 10 minuti siamo arrivati davanti al prospetto principale del palazzo. La facciata è abbastanza grande, per certi versi mi ha ricordato Palazzo Pitti di Firenze che ho visitato due anni fa. Appena siamo entrati, abbiamo visto una grande e bellissima statua in bronzo disposta nell’ampio cortile del palazzo ed abbiamo appreso da una guida del museo, che il palazzo era stato progettato dall’architetto italiano Francesco Maria Richini e costruito nel XVII secolo per ospitare il collegio della compagnia di Gesù e che la statua ritraeva Napoleone. Al suo interno si trovano anche il Giardino Botanico di Milano, l’Osservatorio Astronomico, la Biblioteca Nazionale Braidense e l’Accademia delle Belle Arti. Dal cortile attraverso due ampie rampe di scale siamo saliti al primo piano del palazzo dove si ha l’accesso alla biglietteria. Dopo aver fatto una lunga fila alla biglietteria, finalmente abbiamo iniziato il percorso nelle varie stanze della Pinacoteca, tutte numerate con i numeri romani. Appena entrati nella prima sala vi era la statua di Antonio Canova che ritraeva Napoleone Bonaparte Imperatore identica a quella esterna situata nel cortile. La statua in gesso era imponente, probabilmente nell’ambiente in cui si trovava, mi dava l’impressione di essere ancora più grande di quella in bronzo situata nel cortile. Ho avuto subito la sensazione che non mi sarei pentito a visitare la galleria d’Arte.

La Pinacoteca è molto curata e organizzata…in ogni sala corrispondono determinate opere che risalgono ai vari periodi storico-artistici e tutto era riportato su una brochure illustrativa che abbiamo acquisito all’ingresso del Palazzo.

Abbiamo visitato tutte le stanze della pinacoteca e ci siamo soffermati, anche fotografandole, su alcune opere che avevo già studiato in Educazione Artistica e su alcune che mi hanno particolarmente incuriosito. Le opere che mi hanno trasmesso più emozioni sono state, oltre alla statua di gesso di Antonio Canova, che per certi versi mi ha ricordato la statua del David di Michelangelo conservata nella Galleria dell’Accademia a Firenze:

  • il BACIO di Francesco Hayez
  • CRISTO MORTO di Andrea Mantegna
  • CENA in EMMAUS di Caravaggio (Michelangelo Merisi)
  • SPOSALIZIO della VERGINE di Raffaello Sanzio
  • CRISTO alla COLONNA di Donato Bramante
  • FRUTTIVENDOLA di Vincenzo Campi
  • TESTA di TORO di Pablo Picasso
  • una MADRE AFFIDA I SUOI FIGLI A CRISTO di Mattia Preti

 

Immerso nella Pinacoteca mi sembrava di essere salito su una DeLorean (la macchina del tempo)…osservando le varie opere mi sembrava di scorgere l’artista mentre dipingeva. E mi chiedevo come quelle opere abbiano viaggiato nel tempo, fino a quel momento, dove “riposano tranquillamente” sulle spesse mura della Pinacoteca di Brera e dove vengono osservati da centinaia di persone al giorno.

Quando osservavo attentamente alcuni quadri mi sembrava di perdermi nel tempo e nella fantasia e nelle storie dei protagonisti.

A volte, inoltre, mi sembrava quasi che le figure raffigurate dagli artisti come: Raffaello Sanzio, Mattia Preti, Picasso, Tintoretto, Bellini, ecc. mi parlavano e mi raccontavano la loro storia e di come erano stati impressi su quelle tele… senza tempo!

Dopo circa tre ore di visita nella pinacoteca era giunta l’ora del pranzo, non mi sono accorto che il tempo è volato via…resta un bel ricordo legato al compimento del mio tredicesimo compleanno.

Di seguito riporto alcune delle mie foto ricordo con le relative piccole descrizioni delle opere riprese su internet e sui libri di Arte.

  • DESCRIZIONE DELLE OPERE scelte •

Il bacioIL BACIO di Francesco Hayez: gran parte dello sfondo de il bacio quadro è occupata da un muro in mattoni che si alterna con una parete più liscia, e spostando lo sguardo più a sinistra, si può notare un piccolo arco gotico, sorretto da una colonna sottile.
Il bacio che si scambiano i due protagonisti è al centro della scena, ed attira completamente l’attenzione dello spettatore: l’uomo, trattiene, e contemporaneamente avvicina con le sue mani, il volto della donna al suo, e dall’altra parte, la donna, si lascia coinvolgere dalla passione dell’uomo stringendosi a quest’ultimo, tenendolo per la spalla.
Inoltre si può notare che l’uomo poggia un piede sul grande scalino sulla destra, facendo in modo di sollevare la propria mantella e lasciando intravedere l’elsa di un pugnale.
La presenza dell’arma nell’equipaggiamento dell’uomo, vista insieme alla presenza di un terzo individuo nella composizione (l’ombra che si vede nella parte bassa dell’arco sulla sinistra della tela), potrebbe indicare che quest’ultimo possa essere un nemico del protagonista, o, più semplicemente, una domestica che assisteva segretamente alla scena.
La posizione dell’uomo lascia presupporre che sia in procinto di andare via e di abbandonare la sua amata.

Cristo mortoCRISTO MORTO di Andrea Mantegna: Cristo è sdraiato sulla pietra dell’unzione, semicoperta dal sudario, e la presenza del vasetto degli unguenti in alto a destra dimostra che è già stato cosparso di profumi. Mantegna strutturò la composizione per produrre un impatto emotivo, con i piedi di Cristo proiettati verso lo spettatore. Tuttavia in questo dipinto l’artista non segue alla perfezione le regole della prospettiva. A sinistra, compresse in un angolo, si trovano tre figure dolenti: la Vergine Maria che si asciuga le lacrime con un fazzoletto, San Giovanni che piange e tiene le mani unite e, in ombra sullo sfondo, la figura di una donna che si dispera, in tutta probabilità Maria Maddalena.

Cena in EmmausCENA in EMMAUS di Caravaggio: la composizione della scena è estremamente semplice e scura, con pochi oggetti sul tavolo che creano profonde ombre. Rispetto alla tela giovanile, il momento qui raffigurato è successivo, in quanto il pane appare sulla tavola già chiaramente spezzato. Caravaggio vuole evidentemente rappresentare il momento del congedo. Nell’opera compaiono solo pochi elementi poveri e dimessi: il pane, la brocca dell’acqua, due semplici piatti. Qui la resa più sommaria contribuisce a focalizzare l’attenzione sul forte contenuto emotivo del soggetto, che colpisce fortemente lo spettatore non più distratto dalla minuzia dei particolari .Il Cristo di Brera non ha più nulla a che vedere con quello androgino di Londra: qui è un uomo stanco, col viso profondamente segnato dal dolore e dalle fatiche. Con quest’opera, Caravaggio inaugura quello che sarà l’ultimo periodo della sua vita, caratterizzato dalla notevole riduzione dei personaggi che sembrano quasi ritirarsi a favore dello spazio, e dalla progressiva drammatizzazione della luce, non più potente come negli anni romani, ma più scura. 

Sposalizio della VergineSPOSALIZIO della VERGINE di Raffaello Sanzio: Al centro, in primo piano, puoi immediatamente riconoscere i 2 protagonisti, Maria e Giuseppe che stanno per essere uniti in matrimonio da un sacerdote vestito scuro e con una lunga barba. Con un gesto molto tenero, il sacerdote prende le mani dei novelli sposi e sta per rendere la funzione ufficiale facendo mettere l’anello nuziale al dito di Maria. Per la realizzazione di quest’opera, Raffaello tiene conto di tutti i dettagli narrati nel testo originale: ad esempio, puoi vedere che alle spalle della Vergine ci sono soltanto donne, e, allo stesso modo, dietro l’uomo della Vergine, ci sono soltanto degli uomini con dei bastoni tra le mani.

Cristo alla colonnaCRISTO alla COLONNA di Donato Bramante: L’opera mostra Cristo legato alla colonna e con sul capo una corona di spine prima della flagellazione, proiettato vicinissimo allo spettatore, come in un contatto quasi diretto, eliminando i tradizionali flagellanti. Questa vicinanza suscita nello spettatore un forte impatto emotivo, accentuando la già struggente scena creando, nel complesso, un’atmosfera di fortissima tensione psicologica. Ancor più i dettagli, come la corda che penzola dal collo del Cristo, contribuiscono a creare quella notevole apprensione emotiva che scaturisce dall’intera composizione. Alcuni dettagli rimandano all’influenza di Leonardo, quali lo studio delle potenzialità espressive del volto, oppure alcuni particolari di estremo realismo come le carni strette dalle corde o le lacrime trasparenti. Sul davanzale è appoggiata una pisside dorata, un rimando all’eucarestia, che palesa il senso del sacrificio di Cristo. Non manca chi attribuisca l’opera più a Bramantino che a Bramante.

 FruttivendolaFRUTTIVENDOLA di Vincenzo Campi: il dipinto raffigura una fruttivendola nell’atto di mostrare all’osservatore la propria mercanzia, in particolare protende verso lo spettatore un grappolo di uva nera. Sullo sfondo, a sinistra, un giovane è salito sui rami di un frondoso albero per coglierne i frutti, mentre a terra una donna raccoglie altri frutti sul terreno. Sulla destra il paesaggio si estende fino a perdersi in un villaggio ai piedi di monti velati di nebbia. ( Scritto da Francesco Reale – foto di Francesco Reale)