Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Santa Maria delle Grazie a Lappano

Santa Maria delle Grazie a Lappano - grafica di Luciana Vita

Santa Maria delle Grazie a Lappano – grafica di Luciana Vita

Cosa raccontare della devozione popolare quando questa si lega ad eventi funesti, come può essere un terremoto? E cosa dire a riguardo se riflettiamo sulla natura “ballerina” del nostro territorio? Mi permetto di aggiungere stiamo aspettando “il tragico evento” per ritornare ad alimentare una religiosità affievolita, assopita dal materialismo imperante, che incalza fino a sopraffarci?

Santa Maria delle Grazie, due festeggiamenti ogni anno: 05 Febbraio (ricordando il terremoto), 08 Settembre, Natività della Beata Vergine Maria (ricordando anche questa data un grave terremoto, attenzione concentrata simbolicamente nella liturgia delle 3:00 di notte concepita come atto di ringraziamento del popolo, nel tempo portata avanti anno dopo anno). Ogni paese la sua tradizione, la sua statua: quella di Lappano ha ricevuto un restauro recente che le ridona una “semplicità austera”, sia nei colori, realistici, non da immaginetta , sia nell’espressione autorevole. Statua lignea, voluta dai nobili del paese, maestranze napoletane, i racconti che si ha occasione di ascoltare sottolineano la grande devozione, l’attaccamento alla Madre celeste da parte di una comunità che per lungo tempo ha visto culminare in quel periodo dell’anno (da fine Agosto fino alla data dei festeggiamenti), forme di aggregazione, condivisione, intraprendendo anche lunghi viaggi (dall’America per esempio), pur di ritrovarsi tutti insieme, parenti, amici, conoscenti e fare memoria, ricordare la grazia avuta per intercessione della Madonna delle Grazie! La similitudine con il Natale può essere pertinente per come si viveva l’incontro, la festa. Viene raccontata anche la presenza dei “Briganti” che arrivavano improvvisamente per partecipare alla messa delle 03:00 di notte, riconosciuti dalla popolazione  e dalle forze dell’ordine, lasciati liberi di manifestare la propria devozione mariana, per poi dissolversi  nuovamente nell’oscurità, aneddoto raccontato dal popolo per ribadire il forte attaccamento verso questa ricorrenza.Disegno di Luciana VitaNon entro in merito alla devozione popolare cercando di valutare quanto sia rimasta oggi piuttosto che in passato, non sono nata in quei luoghi, non posso scrivere di coinvolgimento emotivo, rispetto la storia, ne resto affascinata, cerco, chiedendo, informazioni per immagini. Le circostanze mi aiutano perché trovo riscontro nella disponibilità di persone grazie alle quali posso osservare quattro passaggi in epoche diverse con la statua, sorretta da uomini, che esce dalla chiesa o che percorre le vie del centro storico e con essa le persone del periodo. Una comunità che si racconta deve saper guardare al passato, non sono immagini di “morti”, è più incisiva la visione di una foto grazie alla quale lasci in chi osserva un segnale chiaro e preciso piuttosto che un racconto “enfatizzato” che corre il rischio di non essere ascoltato e nel peggiore dei casi nemmeno riconosciuto come vero. La fotocomposizione  proposta è parte dello studio sviluppato cercando la sintesi visiva: nella veste di autrice, rispetto alla documentazione raccolta, propongo tra foto, foto d’archivio, disegni, l’immagine che in ultima fase è diventata simbolo dei festeggiamenti per il 2013.

Ognuno, rispetto alle proprie competenze, può “raccontare” l’amore rivolto a luoghi e persone che le circostanze della vita ti hanno fatto conoscere.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)