Il messaggio dell'Accademia Senocrito

Ricomincio da … 4 … elementi nella ceramica

Ci metto la faccia e mi circondo di tagli fotografici realizzati in Calabria per  riflettere sul valore dei 4 elementi. Un approccio, anche se superficiale, con la filosofia mi porta a capire che prima che l’Oroscopo monopolizzasse la simbologia dell’acqua, della terra, dell’aria e del fuoco, con il rischio di banalizzarne i contenuti, Anassimene di Mileto (586 a. C. – 528 a. C) asseriva che nell’aria si custodisce il principio di tutte le cose, certamente perché si capiva l’importanza fondamentale per la vita degl’esseri umani;  l’agrigentino Empedocle (490 a.C. circa – 430 a. C. circa), identificava Zeus come Fuoco, la sua sposa, Era come Aria, il dio degli inferi, Ade, come Terra e Persefone come Acqua. Esistono altre interpretazioni che spostano gli elementi dando il Fuoco al dio degl’inferi, l’Aria a Zeus, la terra  a Era e l’Acqua sempre a Persefone. Rappresentano la radice di tutte le cose, in base a come si uniscono o si separano si determina la nascita o la morte anche se apparente in quanto nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. La filosofia richiede analisi adeguate, le citazioni presentate servono semplicemente a ribadire che da sempre l’uomo ha indagato  gli elementi essenziali della vita e per ritornare sui linguaggi non verbali è la Ceramica a racchiudere, facendo sintesi, la potenza dei nostri quattro protagonisti.

Anche lei si perde nella “notte dei tempi”, la magia generativa è sempre attuale: Terra, argilla, con Acqua, nei giusti dosaggi, modellata e seccata all’Aria per poi essere cotta ad alte temperature generate dal Fuoco. La proposta fotografica ribadisce la mia atavica passione, geneticamente attribuibile al territorio di appartenenza nonché alle mie radici ma, a prescindere, credo nella pratica di tale arte perché aiuta l’uomo. Tutti dovremmo prendere coscienza della trasformazione della materia e, nella ceramica, troviamo l’approccio fruibile, adeguabile a tutte le fasce d’età. Le proposte possono diventare concrete quando le forze diventano sinergiche e, comprendendone il valore, creano le condizioni necessarie e sufficienti per offrire spazi, materiali, orari, competenze a servizio di comunità che non necessariamente devono avere peculiarità specifiche ma che trovano nella manualità e nella creatività ulteriore motivo di crescita culturale. Il valore terapeutico non può essere pensato solo se siamo di fronte ad una patologia più o meno conclamata ma deve essere vissuto come occasione per migliorare il proprio stato di benessere. Non  basta una visione  ideologica a cui dar seguito una più pragmatica se non viene condivisa da istituzioni che possono renderla concreta, ma ancor di più se il disinteresse, l’apatia e l’attaccamento visivo e tattile sui vari modelli di cellulare prendono il posto su tutto.  Mi domando: bisogna avere una certa leadership  per far capire la validità di un contenuto, usare la parola persuasiva o mettere le persone dentro l’evento facendogli constatare la giusta misura delle cose? Mi limito a “filosofeggiare” e quando è possibile a proporre nei luoghi opportuni.

Luciana Vita (Tutti i diritti sono riservati)